© Carlo Gallelli (2017) Milano
Works
A partire dai primi decenni del 1800, grandi campagne di scavo resero celebre la cittadina di Ruvo a causa del ritrovamento di preziosissimi reperti, oggi sparsi in tutta Europa e del mondo. Se da Napoli a Parigi, da Londra a San Pietroburgo, l’Europa si è costellata di decine di frammenti provenienti da quella che ad oggi è ancora una città inesplorata, la casistica dei ritrovamenti di cui si sono perse le tracce è ancora più ampia.
Abbiamo inteso questa serie di eventi come la disgregazione dei confini della città fisica in favore di una sua nuova estensione in cui l’inesplorato ridefinisce una propria geografia. “Poiché le civiltà sono qualcosa di finito nella vita di ognuna viene un momento in cui il centro non tiene più. Ciò che allora le salva dalla disintegrazione non è la forza delle legioni ma quella della lingua. Così fu per Roma e, prima, per la Grecia ellenica. Il compito di “tenere”, allora, ricade sugli uomini delle province, della periferia. Contrariamente a quanto si crede di solito, la periferia non è il luogo in cui finisce il mondo - è proprio il luogo in cui il mondo si decanta.” Derek Walcot, Mappa del nuovo mondo.
La proposta progettuale prevede di colonizzare l’ex convento attraverso un programma di riuso distribuito su una timeline a medio e lungo termine. L’idea è quella di creare una banca dati, dove lo studio, la catalogazione e diffusione dei reperti sono i tasselli di un mosaico di ricostruzione storiografica. L’articolazione delle spazio, nel rispetto dei caratteri della struttura esistente, è stato pensato intorno a tre aree tematiche.
LAB 4.0 è un collettore di raccolta, analisi e catalogazione dei reperti, dove sarà possibile la riproduzione dei reperti per scopi didattici.
La seconda, è caratterizzata da un piano interamente dedicato all’accoglienza. In questa area sarà nascerà la residenza da studioso temporaneamente abitata da esperti e ricercatori interessati ai progetti in corso all’interno dell’ex convento. La terza area è invece concepita come un luogo sempre aperto per la città di Ruvo. L’idea è quella di creare uno spazio polivalente, in una prima fase destinato al coworking, affiancato da alcuni spazi dedicati ai laboratori. Il chiostro, considerato come estensione dello spazio pubblico esterno, attorno a cui ruotano delle funzioni, come in passato, torna ad essere il cuore del progetto. Ed è proprio dal chiostro, inteso come il centro di questo esperimento, che ha inizio la diffusione dei reperti, nella città di Ruvo.
A una “fase 0” di mappatura seguiranno nel tempo l’installazione puntuale di totem informativi sul territorio di Ruvo. L’esperimento consiste nella ricostruzione di un percorso filologico, un ordine inclusivo organizzato per essere fruito da chi abita Ruvo quotidianamente, e da chi potrebbe vedere in questo un motivo di attrazione.
labOra può essere inteso come evoluzione dell’idea di uno spazio, in questo caso un ex convento, dove tradizionalmente la comunità si costituiva attorno al lavoro ed allo studio, secondo una regola basata sulla condivisione che oggi si manifesta in modo estremamente attuale.
Con: Ivan Iosca, Giorgia Floro, Matteo Persichino, Isabella Inti.
Promosso da: Mibact
Secondo Classificato
LABORA
Concorso per la riqualificazione dell'ex convento dei cappuccini, Ruvo di Puglia.